Nuovi studi su Pfizer-Moderna: quale vaccino produce più anticorpi?

I primi risultati di monitoraggio della campagna vaccinale confermavano un’efficacia dei vaccini anti Covid pari a poco più del 90%. Nella quasi totalità dei casi, quindi, chi aveva ricevuto un vaccino con RNA messaggero aveva sviluppato anticorpi in grado di proteggerlo dal virus (o comunque dalle infezioni più gravi).

A meno di un anno dall’inizio della campagna vaccinale, però, le cose sono cambiate.

Vaccino Covid: cosa dicono gli studi sugli anticorpi

Nuovi studi hanno fatto luce su una possibile diminuzione dell’efficacia dei vaccini Pfizer dopo i sei mesi, a partire da un confronto dei risultati con quelli dei pazienti che invece hanno ricevuto Moderna.

A distanza di tempo – dati e ricerche alla mano – pare che oggi sia possibile confermare un’effettiva diminuzione dei livelli di anticorpi con il vaccino di Pfizer,  in particolare nelle persone più anziane e più fragili. Al contrario di Moderna che – col tempo – sembra generare più anticorpi.

Che l’efficacia del vaccino non dipenda solo dal livello degli anticorpi è stato oggetto di discussione.

Secondo diversi scienziati, infatti, nella lotta contro il Covid un ruolo importante gioca la cosiddetta “memoria immunitaria“, in grado di riconoscere il virus e di combatterlo. Misurare l’importanza degli anticorpi in questo caso, tuttavia, rappresenta un passaggio fondamentale: i ricercatori stanno ancora lavorando per capire da cosa dipende l’efficacia e la protezione di un vaccino e come questa differisca da una persona all’altra. Ottenere risposte a queste domande è cruciale, poiché serve a individuare chi potrebbe aver bisogno del richiamo e quando somministrare una possibile terza dose.

Per questo motivo molti studi si sono concentrati sull’analisi degli anticorpi prodotti e su come questi siano in grado di bloccare l’agente patogeno invasore, etichettando lo stesso e permettendo l’attacco da parte del sistema immunitario.

Vaccino Pfizer, come cala l’efficacia nel tempo

Un recente studio statunitense, per esempio, ha esaminato un gruppo di pazienti (ospiti e personale di case di cura) che hanno ricevuto due dosi del vaccino Pfizer. Ciò che è emerso è che i livelli di anticorpi in entrambi i gruppi sono diminuiti nel tempo.

Nello specifico, delle persone osservate, quelle con un’età media di 76 anni (120 pazienti residenti nella struttura) hanno registrato un livello di anticorpi molto più basso rispetto al personale più giovane. Nel corso dei mesi il numero di anticorpi è ancora diminuito (sempre più drasticamente) tra i più anziani, mentre due settimane dopo la seconda dose gli anticorpi neutralizzanti erano scesi al di sotto del livello di rilevamento in circa il 16% dei residenti nelle case di cura che non avevano avuto il Covid prima delle vaccinazioni. Sei mesi dopo la vaccinazione, il 70% di questi aveva livelli estremamente bassi.

Che l’efficacia del vaccino possa dipendere dall’età e dalla condizione fisica e salutare delle persone, inoltre, lo potrebbe confermare il dato dello studio USA che riporta una diminuzione del livello di anticorpi solo nel 16% degli assistenti sanitari più giovani coinvolti (64 in totale), sei mesi dopo l’inoculazione.

Pfizer e Moderna a confronto

Sulla diversa efficacia nel tempo dei vaccini Covid RNA messaggero, sempre recentemente, è stato pubblicato un secondo studio dell’Università della Virginia che, di fatto, ha confermato quanto emerso dalla ricerca che in Belgio ha coinvolto 1.600 lavoratori sanitari (qui i risultati dell’osservazione).

Quello che i ricercatori hanno dimostrato è che le persone che hanno ricevuto il vaccino Moderna hanno prodotto, in media, il doppio dei livelli di anticorpi rispetto a chi ha ricevuto il vaccino Pfizer. Lo studio belga, pubblicato sul Journal of American Medical Association, ha inoltre scoperto che Moderna produce livelli di anticorpi più elevati in tutte le fasce d’età.

Confrontando i dati di 167 membri del personale sanitario impiegato presso l’Università della Virginia, immunizzato con il vaccino Moderna o Pfizer, è emerso che i livelli di anticorpi dopo il secondo vaccino erano circa il 50% più alti nelle persone che avevano ricevuto il vaccino Moderna.

Va detto, comunque, che nessun scienziato fino ad ora è riuscito a capire se un minor numero di anticorpi si traduce – concretamente – in una minore protezione nel tempo.

Al di là del livello degli anticorpi, la protezione contro le forme gravi di Covid e l’ospedalizzazione – che è l’obiettivo della campagna vaccinale su larga scala – rimane in ogni caso generalmente forte. Come si evidenzia dall’ultima raccolta dati della fondazione GIMBE relativa lo scorso mese, è un dato di fatto che, ad oggi, gli ospedali continuano a riempirsi di persone non vaccinate, gli stessi che continuano a costituire il maggior numero di nuovi casi gravi.

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