Come sono fatti i vaccini?

Esperti e meno esperti oggi argomentano sui vaccini. Ma com’è fatto un vaccino? Cosa contiene? E come fanno a proteggerci dalle infezioni? Il dott. Dario Sannino ce lo spiega in modo semplice. Guarda l’interessante video in fondo all’articolo!

La vaccinazione rappresenta ad oggi la misura di medicina preventiva più efficace e più sicura contro le malattie infettive. L’avvento dei vaccini ha permesso di debellare malattie molto gravi come il vaiolo e la poliomielite, di prevenire molte infezioni e salvare milioni di vite ogni anno.

LA “RICETTA” DI UN VACCINO

Un vaccino è un prodotto farmaceutico che ha lo scopo di attivare in modo specifico il sistema immunitario a combattere contro un microrganismo o microbo (un virus, un batterio o un altro parassita) che può determinare una malattia più o meno grave, anche mortale.

COSA ACCADE NEL NOSTRO CORPO?

Il vaccino imita l’aggressione del microrganismo stimolando specifiche cellule del sistema immunitario – i linfociti B e i linfociti T – che, attivati e reciprocamente stimolati tra di loro, scatenano una risposta immunitaria con la produzione da parte dei linfociti B di anticorpi specifici, molecole in grado di legarsi al microbo bersaglio del vaccino.

Grazie alla memoria immunologica siamo capaci di ricordare l’incontro anche per molti anni e siamo protetti da eventuali reinfezioni. La memoria immunologica suscitata dalla vaccinazione ci rende immuni per molti anni e, in alcuni casi, per tutta la vita.

QUANTI TIPOLOGIE DI VACCINI ESISTONO?

La conformazione del vaccino che dovrà stimolare una reazione specifica contro l’agente infettivo può essere ottenuta in vario modo. Ad oggi sostanzialmente esistono 5 tecnologie per ottenere un vaccino.

  1. Vaccini contenenti l’intero microrganismo in forma attenuata.
    • Per creare il vaccino il microbo viene manipolato per renderlo meno aggressivo, ad esempio riducendo la sua capacità di moltiplicarsi.
    • È il metodo più efficace ma anche quello che richiede più cautela. I vaccini vivi attenuati mimano l’infezione naturale e innescano una risposta immunitaria molto forte e duratura, e dopo 1 o 2 dosi, non richiedono più richiami.
    • Purtroppo essendo costituiti da virus vivi, non possono essere somministrati (a parte qualche eccezione) a persone il cui sistema immunitario è indebolito da alcune malattie o trattamenti farmacologici.
    • I vaccini vivi attenuati attualmente in uso sono prevalentemente diretti a prevenire morbillo-orecchioni-rosolia, varicella, herpes zoster, febbre gialla e rotavirus.
  2. Vaccini contenenti l’intero microbo in forma inattivata
    • Il microbo viene ucciso ed è totalmente incapace di moltiplicarsi, quindi non può causare malattie. I vaccini interi inattivati sono in generale meno efficaci dei vaccini vivi attenuati e spesso richiedono dosi multiple o dosi di richiamo.
    • Il loro vantaggio principale è che hanno pochissimi effetti collaterali e possono essere somministrati anche a persone con un sistema immunitario indebolito.
    • Vaccini interi inattivati attualmente in uso sono quelli contro la polio, l’epatite A e la meningoencefalite da zecche.
  3. Vaccini purificati contenenti uno o più frammenti del microrganismo
    • contengono solo quelle molecole del microorganismo che sono necessarie al sistema immunitario per riconoscerlo e per attivare una specifica risposta immune.
    • hanno il vantaggio di stimolare il sistema immunitario in modo molto mirato. La loro tolleranza è quindi eccellente, anche se spesso sono necessari dei richiami.
    • vaccini purificati sono quelli utilizzati per la difterite, tetano, pertosse, epatite B, influenza, papillomavirus.
  4. Vaccini «con vettore»
    • un frammento importante del microrganismo è inserito in un virus o in un batterio che non provoca malattie nell’uomo, ma che funge semplicemente da “autobus”. Questi “vettori” sono scelti in modo che la loro moltiplicazione nel genere umano sia limitata e non possano causare infezioni, ma nel contempo siano in grado di stimolare una valida risposta immunitaria.
    • tecnica nuova che ha dato prova di essere utile nella vaccinazione contro la malattia da virus Ebola, contro il virus respiratorio sinciziale e contro alcuni tumori.
    • È attualmente in fase di test per un utilizzo contro il SARS-COV-2
  5. Vaccini a RNA
    • utilizzano il codice genetico (solitamente mRNA) necessario alle cellule umane per la sinesi di antigene virale
    • utilizzato per uno dei vaccini per Ebola

LA NUOVA FRONTIERA DEI VACCINI AD mRNA

Il compito del RNA è trasmettere il messaggio di vita contenuto nel DNA in modo che la cellula possa utilizzarlo per produrre tutte le proteine​​che ci permettono di respirare, pensare, muoverci…vivere.

Mentre il DNA può sopravvivere per giorni o settimane a temperatura ambiente e si conserva addirittura per decine di migliaia di anni in alcuni fossili, l’RNA è una molecola effimera, fragile che è presente nella cellula unicamente durante lo svolgimento della sua specifica funzione e si degrada molto facilmente.

VACCINO A mRNA PER COVID-19

Per la fragilità succitata, i vaccini a mRNA sviluppati per sconfiggere la pandemia da SARS-CoV-2 devono essere conservati a temperature fino a 80 gradi sotto lo zero. All’interno del vaccino, l’mRNA è protetto, incapsulato all’interno di sfere fatte di grassi (liposomi), simili a quelli presenti delle nostre cellule.
Una volta iniettati nel nostro corpo, i liposomi liberano l’mRNA che contiene le informazioni necessarie per produrre la proteina Spike del virus.

Questa proteina normalmente viene utilizzata dal virus come una sorta di uncino, per agganciarsi alle cellule delle nostre vie respiratorie, entrare al loro interno e moltiplicarsi causando la malattia.

In tutte le nostre cellule ci sono delle piccole fabbriche, i ribosomi, che traducono l’informazione dell’mRNA in proteine.

L’mRNA che si trova nel vaccino, una volta entrato nelle cellule viene letto dai ribosomi che produrranno tante copie della proteina Spike del SARS-CoV-2.

Una volta che le nostre cellule avranno prodotto la proteina Spike, questa uscirà dalla cellula e verrà riconosciuta come estranea dal sistema immunitario. L’importante è che la proteina Spike, da sola, attiva una reazione immunitaria ma non è in grado di provocare la malattia perché rappresenta soltanto una piccola parte del virus.

A questo punto il sistema immunitario fa il suo lavoro. Produce le armi specifiche, gli anticorpi contro la proteina Spike del SARS-CoV-2 e le cellule della memoria.

Gli anticorpi bloccheranno la proteina Spike e impediranno al virus di infettarci.
Le cellule della memoria rimarranno nel nostro corpo e serviranno a proteggerci per mesi forse per anni nel caso il virus ritornasse.

Meccanismo di funzionamento del vaccino ad mRNA per COVID-19

LE FORZE MESSE IN CAMPO

Ci vogliono di media circa 10 anni per sviluppare un vaccino convenzionale. La velocità con cui questo tipo di vaccini sono stati sviluppati è sbalorditiva.

Gli ingenti fondi e il capitale umano investiti nello sviluppo hanno permesso di avere risultati in tempi da record, senza mai trascurare la sicurezza.

Va ricordato che gli scienziati di Moderna e BioNTech lavoravano da almeno 20 anni su terapia genica e vaccini a RNA. Avevano perciò molta esperienza nell’uso di queste molecole sull’uomo e sapevano quello che facevano.

Gli studi clinici per valutare tollerabilità, effetti collaterali ed efficacia dei vaccini sono stati completati e gli enti regolatori (FDA in America, EMA in Europa), previa valutazione di efficacia e costi/benefici, hanno autorizzato il loro utilizzo con procedura di emergenza e daranno la loro approvazione per l’uso solo se questi studi avranno davvero dimostrato che i vaccini sono sicuri e protettivi.

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