Perché mi ammalo anche dopo il vaccino? Il dott. Dario Sannino prova a fare chiarezza

Casi di nuove infezioni ad individui vaccinati fanno correre i media a bollare come inutile o inefficace la vaccinazione. Alcuni, che cercano solo qualche “like” o “click” sui propri blog, gridano addirittura al complotto globale.

Come per ogni tema difficile da comprendere per i non addetti, ci vuole calma, sangue freddo e un’asettico esame statistico di dati e fatti.

Il dott. Dario Sannino ci risponde in modo semplice a queste domande: Cosa sta succedendo? I vaccini non funzionano?

“In realtà, ciò di cui non ci si rende conto è innanzitutto che le alte percentuali di protezione di cui si discute quotidianamente si riferiscono alla protezione dalle forme sintomatiche della malattia, e particolarmente da quelle cliniche.

La protezione dalla reinfezione, in genere, è verificata su una percentuale più bassa – anche se sufficiente ad abbattere nella popolazione la circolazione virale, agendo in modo significativo sul famoso Rt.

Il secondo punto, da non sottovalutare, è che sviluppare un’immunità che garantisca la protezione ottenuta nei trial clinici richiede un tempo non trascurabile e due dosi del vaccino. Molti, invece, non mantengono una cautela adeguata dopo la prima dose, esponendosi al rischio di infezione in misura maggiore.

Infine arriviamo al punto più importante di tutti, quello che si fa più fatica a comprendere, e che quindi bisogna rendere più chiaro e spiegarlo nuovamente.

Il numero di casi che si sviluppano in una popolazione di vaccinati con un vaccino che, ad esempio, protegge al 90 per cento, non è uguale al 10 per cento dei vaccinati, ma al 10 per cento dei casi che si sviluppano in un gruppo di eguale dimensione, non vaccinato.

Se un virus circola molto, e poniamo che quindi si verifichino 1.000 casi nel gruppo dei non vaccinati, se ne troveranno 100 fra i vaccinati (ricordiamo, a parità di dimensione dei gruppi paragonati). Se invece circola poco, e per esempio si verificano solo 10 casi tra i non vaccinati, allora tra i vaccinati si osserverà 1 caso.

Questo ha una conseguenza importante sulla percezione dei casi di infezione tra i vaccinati: poiché nel nostro paese la circolazione virale è molto diversa da regione a regione, si avranno, per ogni 100 vaccinati, un numero di infezioni molto diverse tra regione e regione.

In Lombardia o in Piemonte, ad esempio, e specialmente nei luoghi di quelle regioni in cui vi è più alta pressione epidemica, si osserveranno ogni 100 vaccinati un numero molto maggiore di infezioni che in Sardegna, dove il virus al momento circola molto meno.

Questo porterà a sospettare di lotti scadenti in certi luoghi, di incidenti vari, di comportamenti sbagliati; ma prima di prendere in considerazione anomalie di questo tipo, sarà bene fare due semplici conti, paragonando la distribuzione dei casi tra vaccinati e non vaccinati, non il numero dei casi tra i vaccinati nei diversi posti considerati.

Approcciando in modo scientifico a questi eventi di re-infezione, forse, scopriremo quanta forza ha la “cattiva informazione” nel distorcere la nostra percezione.”

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