Dov’è che si muore di più di cancro in Europa?

E’ solo seconda dopo le malattie cardiovascolari, eppure è il cancro che fa più paura tra la popolazione. Il dott. Dario Sannino ci fa una panoramica della situazione europea ed italiana.

Per il carico di sofferenza, lunghe terapie, incertezza e angoscia con cui si accompagna, il cancro è tra le patologie più temute in Europa. In Italia, un po’ come accade con le malattie cardiovascolari, la mortalità è inferiore che nel resto d’Europa. Le statistiche sul cancro mostrano che se nella Ue in media muoiono 273,6 persone ogni 100 mila, in Italia ci fermiamo a 239,3.

Ad avere il record è invece l’Ungheria, con 342,1 decessi ogni 100 mila abitanti. Eccetto che per ictus e infarti, quando si parla di cancro la differenza, almeno all’interno dell’Europa, non è così vasta, a testimonianza che certamente conta l’alimentazione e lo stile di vita, ma ci sono anche cause genetiche che rendono l’impatto dei tumori un po’ più omogeneo.

Le statistiche sul cancro in Europa

Anche in questo caso comunque come è evidente dalle statistiche sul cancro di Eurostat è nell’Est Europa che il tasso di mortalità è maggiore. Dopo l’Ungheria, infatti, sono Croazia, Slovacchia e Slovenia a vedere la maggiore mortalità per tumori in Europa.

Tra le molte ragioni ci può essere una minore efficienza del sistema sanitario, una maggiore esposizione, soprattutto in passato, a inquinanti industriali, un’alimentazione più ricca di grassi. L’Ungheria è tra i Paesi con il maggior tasso di obesità in Europa, del resto.

La mortalità del cancro in Europa

Al contrario il Paese in cui la mortalità per cancro è minore è Cipro, dove perdono la vita per questa ragione 211,8 persone su 100 mila abitanti. Per ragioni evidentemente diverse si ritrovano in fondo alla classifica sia Paesi mediterranei, come Cipro, appunto, e Malta e Spagna, sia nordici, come Svezia e Finlandia, dove di cancro si muore meno della media europea e meno che in Italia. Fa eccezione la Bulgaria, che a differenza degli altri Paesi dell’Est registra una mortalità per cancro ridotta, con 232,8 decessi ogni 100 mila persone.

Meglio dell’Italia fa anche l’Austria, ma non Francia e Germania, rispettivamente con 243,5 e 248 morti ogni 100 mila abitanti, comunque meno della media. Media che è invece superata oltre che da gran parte dei Paesi dell’Est, anche dai Paesi Bassi,  dalla Danimarca, dal Regno Unito, dall’Irlanda.

Le statistiche sul cancro cambiano in parte se si analizzano le diverse tipologie di tumore che colpiscono maggiormente i cittadini. E in testa vi è quello ai polmoni, che è strettamente legato al consumo di sigarette, tanto da aver visto negli ultimi anni una riduzione presso gli uomini e un aumento presso le donne, scontando l’incremento dell’approccio alla nicotina tra queste ultime dagli anni ’70.

In Italia e a Malta record negativo della mortalità per cancro alla prostata

Anche per quanto riguarda il tumore al polmone con 89,2 decessi ogni 100 mila abitanti è l’Ungheria in testa in Europa, e anche in questo caso l’Italia si ritrova, con 48,5, sotto la media. Ma ad avere le statistiche migliori, con meno di 40 morti per 100 mila abitanti, questa volta vi sono Portogallo, Svezia e Finlandia.

L’Italia in particolare si distingue nelle statistiche sul cancro alla prostata, uno dei più communi soprattutto in tarda età, che colpisce in modo silente molti uomini dopo gli 80 e 90 anni. In Italia e a Malta vi è un record negativo per quanto riguarda la mortalità per tale tipologia di tumore. Muoiono per questo solo 9,9 e 10,3 persone ogni 100 mila persone. Meno della metà di quelli che perdono la vita in altri Paesi europei, in particolare quelli del Nord. In Danimarca si arriva a 23,6 decessi su 100 mila persone, seguita da Svezia, Slovenia e Islanda.

Queste statistiche sul cancro risalgono al 2017. Sarà importante osservare i dati sul 2020 quando saranno disponibili, per verificare se effettivamente vi è stato un aumento della mortalità a causa dell’interruzione delle cure provocata dalla pandemia, come sembra trapelare dalle prime osservazioni empiriche dei medici. E se a causa del forte rallentamento degli screening, saranno di più in futuro.

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